Per la nostra rubrica LE NOTE DI GARRONE, abbiamo incontrato Jacopo Bettarello alias “LA VOCE DEL GUERRIERO”. Come lui stesso ama definirsi: “cantautore, fomentatore di rivoluzioni interiori e furente custode della gioia di vivere”, che si è raccontato sulle nostre pagine senza filtri con il suo mondo interiore, desiderando mostrare al pubblico quel lato di sé più autentico e profondo.
– Ciao, Jacopo, benvenuto! Partiamo subito: LA VOCE DEL GUERRIERO, è il tuo ultimo progetto musicale. Perché un “GUERRIERO”? E quale percorso artistico ti ha condotto a questa identificazione così forte?
Negli ultimi cinque anni ho attraversato un magnifico periodo in cui la vita mi ha messo a dura prova. Ho dovuto affrontare una serie di battaglie interiori che hanno fatto breccia nella corazza di apparenza che mi ero costruito, facendo esplodere la mia essenza più profonda, la mia anima battagliera e mai doma. Grazie a queste sfide ho esplorato il mio abisso personale, tutti i miei angoli bui e le maschere che non credevo di potermi togliere. Mi sono aperto alla vita ed ho capito che potevo vivermi tutto ciò che sono senza doverlo nascondere, senza dovermi frenare e, soprattutto, ho capito che il successo non è altro che aderire a se stessi, al di là di quanto siano appariscenti i risultati del proprio lavoro
– Bene, a proposito di questo anche il tuo nuovo singolo ha un titolo significativo: “QUELLO CHE NON SONO”! Perché… cosa intendi dire?
Mah, più che dire qualcosa intendo provocare una reazione, una riflessione su ciò che come esseri umani crediamo di essere e per farlo ho bisogno di evitare il più possibile gli stereotipi. Vedete, oggi il mondo è profondamente dualizzato: o sei un alternativo a cui non frega di ciò che pensa la gente o sei un tipo cool tutto immagine e capi alla moda.
Con questa canzone io volevo indagare cosa c’è dietro all’apparenza. Troppo spesso ho incontrato artisti maledetti terrorizzati dal proprio vuoto interiore, persone apparentemente superficiali capaci di sensibilità profondissime, anime assetate che navigano da un sapere all’altro, da una verità a un’altra senza trovare pace. Io mi sento di far parte di tutte le categorie e di poter raccontare un piccolo pezzettino di ciò che sta a monte di questo bisogno di separazione.
– E allora, alla luce di quello che ci stai dicendo, chi è in realtà Jacopo Bettarello?
Io mi ritengo proprio un guerriero che lotta per e mai contro, che lotta ogni giorno coi suoi pregiudizi per accorgersi dell’essenza più pura di chi incontra. Sono uno che inciampa spesso, perché prova, si butta e ama l’arte del rialzarsi in piedi.
– Dopo “Anime in Viaggio” (Il tuo precedente singolo), “Quello che non sono” rappresenta un punto di rottura con la tua precedente produzione musicale, oppure c’è un filo conduttore?
Mi viene da dire entrambe le cose. Prima io scrivevo perché sentivo il bisogno di arrivare a più persone possibile. Anche le sonorità che sceglievo erano funzionali a questo scopo. Nel mio profondo forse ritenevo che le cose che avevo da dire fossero talmente importanti che dovevo produrre musiche il più possibile orecchiabili, indipendentemente da ciò che dicevo. Oh, non sto facendo una critica al me “precedente”, “Anime in viaggio” per me è un cavallo di battaglia e un brano super riuscito. Con “Quello che non sono” ho voluto mettermi alla prova nell’utilizzare meno parole, meno suoni, ridurre ogni fronzolo per cercare un gesto minimo, efficace, completo.
Poi il filo conduttore c’è nell’intento di fondo, che è quello di risvegliare l’animo rivoluzionario di chi si imbatte in queste canzoni, che si traduce nello stravolgere il pensiero imperante col suo distorto racconto sul successo.
Credo che tutte le mie canzoni nascondano un grande “puoi esistere”, un grande “si” alla vita.
– In “Anime in Viaggio” una parola piena di enfasi è “CAMBIARE”. Nel tuo nuovo lavoro sei “UN GUERRIERO”! Cosa puoi dirci a riguardo? La vita secondo te è un viaggio che ci sottopone a continue trasformazioni? Oppure sei tu in continua trasformazione… in cerca di identità sempre nuove, o di un’identità precisa e definitiva?
Quel centro di gravità permanente per me non esiste ed è controproducente cercarlo (non so se chiedere perdono o approvazione al maestro Battiato per questa frase).
Un guerriero deve sapere quando le battaglie finiscono, quando è tempo di scegliere una nuova bandiera e non deve temere le contraddizioni. Daltronde il suo scopo è quello di lottare e non si può lottare per una vita intera un’unica battaglia.
Fuor di metafora credo che l’uomo abbia un pezzo profondissimo e nascosto di anima che è immutabile e immortale ed è l’unico a cui mi sento di dover essere fedele. Per il resto sono in questa terra per sperimentare tutte le forme di amore e quindi benvenute a tutte le contraddizioni che ho incontrato e incontrerò sulla mia via.
Proprio per questo sono sicuro che il cambiamento sia l’unico atto rivoluzionario che possa aderire allo spirito di questo tempo. E poi si sbaglia nella vita, tanto. Come dicevo prima io sono un’inciampatore seriale, mi perdo più volte di quante riesca a ritrovarmi e credo proprio che sia una fortuna.
… E considerando ciò, questo bisogno di trasformazione e di “viaggio”, e dopo aver inciampato nella vita tante volte… ti senti ad una stazione di arrivo o ad una stazione di partenza?
Io mi sento al centro esatto del mio percorso, esattamente dove dovrei essere.
– Bene Jacopo, e allora cosa dobbiamo aspettarci da LA VOCE DEL GUERRIERO? Quali sono i nuovi progetti e le nuove sfide da affrontare ora per il futuro?
Ah, posso anticiparvi che la notte è ancora lunga da passare… Nel senso che questa canzone è la prima di quella che amo chiamare la “trilogia dell’oscurità”. Ci sono altri due brani che vi aspettano con i quali sento di dover scandagliare le ore più buie. Saranno delle canzoni che desiderano ribaltare altri due sensi di questo tempo: Il senso di appartenenza e il senso di solitudine. Lo faranno con sonorità sempre più dark e con un uso un po’ più massiccio di suoni elettronici.
Però ho anche già in mente come uscire da questo tunnel di oscurità e raggiungere delle luci stupefacenti… ma qui non vorrei spoilerare troppo!